Io non parlavo mai con mio padre.
Non parlavo mai con lui perché qualunque cosa io dicessi lui mi rispondeva "Non è vero!" oppure "E' una cazzata!" oppure "Ne raccontano di fesserie in televisione".
Io non parlavo mai con mio padre per paura che lui si arrabbiasse con me.
Se gli (ri)chiedevo una cosa lui si incazzava perché ero rimbambito, perché quella cosa me l'aveva già spiegata tante volte.
Non ho mai voluto lavorare con mio padre.
Perché sempre buona era l'occasione di gridare con me, contro di me anche in presenza di altri.
Non ricordo che si sia mai seduto vicino a me e con pazienza mi abbia spiegato la cosa, le cose, il da fare.
Io non parlavo mai con mia madre.
Non parlavo mai con lei perché qualunque cosa io dicessi lei mi rispondeva "Non è vero!" oppure "E' una cazzata!" oppure "Ne raccontano di fesserie in televisione".
Non parlavo mai con lei perché se era il caso sottolineava sempre la sua superiorità.
Ho sempre cercato di essere invisibile, di non essere notato per evitare discussioni e intralci e cose che a me facevano male e mi facevano sentire fuori luogo, un inutile, un coglione, un buono a nulla.
Mi sono sempre chiesto se in errore ero io o loro, mi sono sempre chiesto come mai fossi così sbagliato.
Mi sono sempre detto che non era questo il problema! Mi sono sempre detto che tra gli uomini non esiste uno migliore e uno peggiore.
E così è fiorita la mia insicurezza che mi ha portato nella vita a circondarmi solo di persone sicure che inevitabilmente avrebbero per sempre messo in risalto il mio essere debole e coglione.
Meno male che il mio mondo non è lo stesso del loro!
Nessun commento:
Posta un commento